L’inizio dell’anno si è aperto con numerose dichiarazioni sugli obiettivi da perseguire e le sfide per il 2020. Fa piacere apprendere, come dichiarato dal Presidente Fedriga, che l’amministrazione regionale punti sull’acquisizione delle competenze in materia scolastica come pure la gestione dei beni culturali. Tutto ciò nel solco della legge meno rispettata e applicata d’Italia la 482/99: sono più di venti anni che attendiamo un’effettiva attuazione dei sacrosanti principi e delle concrete azioni previste con questa norma dalla scuola ai mezzi di informazione.
Pertanto, oltre a quanto indicato, ci sono anche altri importanti obiettivi che dovrebbero essere nei primi posti dei nostri governanti.
In particolare corre l’obbligo ricordare quanto invocato dai Sindaci dell’Assemblea di Comunità Linguistica Friulana che lo scorso anno, con 76 sottoscrizioni, si sono impegnati per ottenere un’effettiva attuazione del Contratto di servizio per l’utilizzo della lingua friulana durante le trasmissioni radiotelevisive.
È stata ottenuta una proroga ad aprile 2020 dell’attuale servizio con l’obiettivo di predisporre una nuova Convenzione e i mesi stanno trascorrendo senza una vera risposta. Ed ecco che è necessario non perdere più tempo.
La Regione Friuli – Venezia Giulia deve convocare il tavolo di confronto con la RAI al fine di definire obiettivi realistici e concreti che siano la base di un’evoluzione positiva del servizio radiotelevisivo in friulano.
A oggi paiono esserci tutti i presupposti per raggiungere importanti risultati partendo da legittime rivendicazioni.
In particolare:
1. Intavolare una concertazione che porti a una convenzione esclusiva per il friulano e non più in correlazione ad altre minoranze come accade oggi con il francese per la Valle d’Aosta;
2. Un aumento della durata della convenzione che a oggi è di 3 anni per arrivare a un periodo di medio termine di 5 anni;
3. Aumento delle risorse da parte del Governo nazionale a sostegno del friulano da destinarsi alle attività della RAI regionale tanto da poter creare i presupposti per uno strumento di informazione televisiva in una fascia serale (ad esempio una trasmissione di approfondimento in friulano della durata di 6/8 minuti in coda al telegiornale regionale da mettere in onda su RAI 3 Bis);
4. Le maggiori risorse potranno essere utilizzate anche per aumentare le opportunità di divulgazione della lingua friulana alle fasce più giovani con cartoni animanti in Marilenghe come pure valorizzando nascenti realtà come il teatro stabile in friulano;
5. Istituzione di una commissione paritetica che in permanente consenta di verificare trimestralmente l’andamento di attuazione della nuova Convenzione con anche la possibilità di entrare nel merito di come sono utilizzate le risorse destinate al friulano per la presenza nelle trasmissioni radiotelevisive.
In aggiunta è auspicabile che la Regione Friuli – Venezia Giulia in ragione dell’aumento di necessità di servizio conseguente all’implementazione delle trasmissioni radiotelevisive in friulano si impegni ad accompagnare la RAI con nuove risorse che potrebbero anche sintetizzarsi nel mettere a disposizione delle strutture attualmente sottoimpiegate per realizzare una nuova sede a Udine della RAI in sostituzione di quella attuale inadatta e magari portando così a un bilanciamento dei servizi anche della parte di informazione radiotelevisiva con maggiori reportage dal Friuli.
In allegato si riporta la lettera inviata dall’Assemblea di Comunità Linguistica Friulana lo scorso ottobre 2019 alle più alte cariche istituzionali della Regione Friuli – Venezia Giulia, al Sottosegretario all’Editoria, onorevole Andrea Martella, e a vari dirigenti della RAI, sia a livello regionale sia nazionale, riguardante i programmi radiofonici e televisivi in lingua friulana nel servizio radiotelevisivo pubblico.
Con la stessa comunicazione è ribadito che il contratto di servizio in vigore prevede già l’obbligo di garantire la produzione e distribuzione di trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua friulana ed è evidente che allo stato attuale le citate disposizioni sono parzialmente attuate per la parte radiofonica mentre sono del tutto inattuate per quanto riguarda la produzione e distribuzione di trasmissioni televisive in lingua friulana.
Tutta questa attività ha un solo fine che parte dalla consapevolezza che per valorizzare e promuovere la lingua friulana, oltre all’attività nelle scuole e in mille altri ambiti della pubblica amministrazione, si rende necessaria la collaborazione della televisione di stato cui i cittadini friulani contribuiscono in modo significativo attraverso un canone che dovrebbe essere utilizzato per coprire anche i costi delle giuste rivendicazioni che stiamo sostenendo come Assemblea di Comunità Linguistica Friulana.
Markus Maurmair
Presidente dell’Assemblea di Comunità Linguistica Friulana