Va a rielezione l’Assemblea dei Comuni friulanofoni, cresciuta di 20 unità nell’ultimo triennio. Bilancio ampiamente positivo nonostante la pandemia. Rai, scuola e P.A. al centro dell’azione
Momento culminante per l’ACLiF, l’Assemblea della Comunità Linguistica Friulana, che martedì 4 ottobre alle 17.30 a Udine a Palazzo Belgrado riunirà i rappresentanti dei 138 Comuni aderenti per il rinnovo delle cariche per il prossimo triennio.
Il primo punto all’ordine del giorno sarà proprio la relazione di fine mandato del presidente Markus Maurmair (sindaco di Valvasone Arzene), che presenterà ai membri dell’ACLiF il bilancio dell’azione dell’attuale Consiglio Direttivo, eletto nel 2019 e composto da Alessandro Marangoni (sindaco di Artegna), Daniele Sergon (sindaco di Capriva del Friuli), Ornella Comuzzo (assessore di Tavagnacco) e Alessandra Vanone (assessore di Tricesimo). Nonostante la pandemia, l’organismo – nato con la legge sugli enti locali del 2014 – ha svolto un’attività decisamente corposa, che ha portato anche all’adesione di un numero sempre crescente di amministrazioni. Se i municipi aderenti erano inizialmente 118, in questi tre anni la platea si è ampliata di 20 unità gettando le basi per un ulteriore allargamento.
Nell’azione dell’Assemblea sono state particolarmente incisive le azioni a sostegno della lingua friulana e del suo impiego nella comunicazione, sia pubblica che privata. Tra i risultati conseguiti (in sinergia con gli altri organismi regionali) l’incremento delle ore di trasmissione dedicate al Friuli da parte della Rai e il lancio de tg in friulano “Gnovis” sull’emittente Telefriuli.
Per quanto concerne l’impiego della lingua minoritaria nella pubblica amministrazione si è stabilito un confronto con le realtà delle altre Regini a statuto speciale sulle buone prassi in cui amministrazione e lingue si aiutano a vicenda. Con Val d’Aosta e Trentino Alto-Adige il gap da colmare è ancora notevole. Del resto per la salvaguardia dell’autonomia le lingue di minoranza che esistono in regione sono essenziali, a diversi livelli. Basti pensare alla scuola e alla possibilità che le norme di tutela della lingua friulana offrono di ridurre la soglia minima degli allievi necessari alla formazione di una classe. Ciò permette di tenere aperti interi plessi destinati alla chiusura, ma tale deroga spesso non è stata nemmeno richiesta dalle istituzioni scolastiche. L’ACLiF ha rilevato l’inosservanza di questa norma e ha spinto perché tale legge fosse applicata in modo sistematico.
Nella seduta dell’Assemblea, a cui ha già confermato la sua presenza l’assessore regionale Pierpaolo Roberti, si parlerà anche delle future iniziative, da quelle che coinvolgeranno i Consigli comunali dei ragazzi – i futuri amministratori di domani – all’istituzione di una serie di ricorrenze significative per il Friuli. Per sceglierle si cercherà un’ampia condivisione con l’istituzione di una apposita commissione.